L’istruzione è un diritto e il proseguimento degli studi di ogni cittadino porta benefici all’intera società.

Ecco riassunto in un unica frase perché, senza girarci intorno, crediamo che l’accesso agli studi debba essere gratuito. L’accessibilità agli studi non può dipendere dalle condizioni economiche dei singoli: a perderci è l’intera collettività. Si tratta di un servizio pubblico essenziale che permette a tutto il paese di prosperare, ragion per cui il finanziamento dello stesso dovrebbe pesare, in maniera progressiva, sulla fiscalità generale. Un po’ come avviene per la sanità.
Tale proposta è tutt altro che irrealizzabile: già oggi l’ammontare delle tasse pagate da studenti e studentesse valgono all’incirca il 20% dei finanziamenti erogati dal Ministero (tramite il Fondo di Finanziamento Ordinario, FFO). Parliamo pur sempre di una cifra che varia tra un miliardo e un miliardo e mezzo.
Siamo però consapevoli che un riforma simile non possa essere attuata a partire dagli atenei, bensì serva una importante intervento statale. Per questo, come collettivo, abbiamo sempre cercato di migliorare il regolamento tasse esistente, cercando di fare, ogni volta con le risorse presenti, dei piccoli passi verso un Politecnico di Torino più accessibile. Un Politecnico che sappia adempiere ad uno dei propri compiti fondamentali in qualità di Ateneo Statale: ridurre le disuguaglianze.
La situazione attuale del regolamento tasse
Dopo aver istituito, con fondi di Ateneo (circa 1.5 milioni), la No-Tax area più estesa d’italia nel 2018 (qui trovate i passaggi che ci hanno portato all’approvazione), aver messo in piedi una importante misura di rimborso dell’abbonamento al trasporto pubblico (prima versione ed estensione) e aver finalmente reso progressivo il regolamento tasse part-time, abbiamo iniziato a lavorare su due fronti molto importanti per migliorare le condizioni di studenti e studentesse: ridurre le penalità per ‘de-merito’ e aumentare la progressività della tassazione.
Il primo elemento, nasce dalla convinzione che di per sé il ‘merito’ sia diseguale: le condizioni socioeconomiche influiscono nel rendimento accademico (ci sono tantissimi lavori scientifici sull’argomento, qui ne potete trovare uno pubblicato sulla rivista Nature). L’Università, ma il discorso è estendibile anche al mondo della scuola, dovrebbe puntare a ridurre le disugaglianze e non inventarsi dei meccanismi che finiscono per perpetuare le stesse inequità presenti all’interno della società.
Per questa ragione abbiamo fortemente voluto, tra le altre cose, rimodulare tutta l’offerta del (ex) progetto ‘Talenti’: è per noi inaccettabile che dei soldi pubblici vengano spesi per esentare dalle tasse gli studenti con i migliori risultati accademici (di cui buona parte in fascia massima, a conferma della correlazione di cui sopra), specialmente quando ancora siamo così lontani dalla gratuità dell’istruzione.
I fondi ricavati dalle operazioni precedenti verranno reinvestiti verso la componente studentesca: una parte è verrà accantonata per consentire una migliore progressività del nostro regolamento.
Nel grafico seguente è possibile vedere gli attuali importi della tassazione in base a reddito, numero di CFU superati negli ultimi 12 mesi e anni di iscrizione (con durata normale ci si riferisce alla durata del proprio corso di studio, 3 per la laurea triennale, 2 per la laurea magistrale). Per poter accedere alla No-Tax area, è infatti necessario aver superato 10 CFU negli ultimi 12 mesi se iscritti al secondo anno, 25 CFU negli ultimi 12 mesi se iscritti dal terzo anno (tali requisiti sono stabiliti a livello nazionale nella Legge 232/2016).
Osservando il grafico salta subito all’occhio come sia necessario ‘allungare’ la fascia cuscinetto che raccorda la No-Tax Area con la retta normale della tassazione, pena una variazione di diverse centinaia di euro per pochi punti di variazione dell’indicatore della situazione economica. Inoltre, si nota come il non aver superato un certo numero di CFU negli ultimi 12 mesi comporta un importante aumento della tassazione (da 159,53 a 356, ovvero +123%!) esclusivamente nelle fasce più basse, le stesse dove un aumento anche minimo finisce per incidere notevolmente.
Il nuovo finanziamento ministeriale della No-Tax Area
La No-Tax Area è stata istituita a livello nazionale con la già citata Legge 232/2016, la quale prevedeva 105 milioni di euro di finanziamento. Tale somma viene distribuita tra i vari atenei italiani, al fine di coprire il mancato introito dovuto dall’azzeramento delle tasse a studenti e studentesse con ISEE fino a 13.000€. Il Politecnico, attraverso i diversi meccanismi di riparto, riceve all’incirca 2 milioni di tale cifra.
Nel febbraio 2018 viene approvata la nostra proposta di estensione: l’esenzione viene garantita fino a 25.500€ di ISEE con una riduzione parziale fino a 28.500€. Tale operazione ha comportato un ‘minor introito’ pari all’incirca 1.5 milioni di euro.
All’interno del Decreto-Legge 34/2020 (cosiddetto ‘Rilancio’) è presente, tra gli altri, un aumento di 165 milioni di euro all’anno delle risorse a copertura della No-Tax Area ministeriale, arrivando quindi al totale attualmente previsto di 270 milioni. L’importo esatto che il Politecnico riceverà da tale aumento è difficile prevederlo, ma è possibile stimarlo in circa 3 milioni di euro. Ad oggi il decreto attuativo che porrà le condizioni della ‘nuova No-Tax Area’ non è ancora stato approvato, ma oramai da giorni circolano diverse bozze. Pare che ci si orienterà verso una soluzione che prevede una No-Tax area fino a 20.000€ e limiti massimi fino a 30.000€.
Il Politecnico di Torino rispetta già tali limiti, avendo una No-Tax area fino a 25.500€, quindi ‘formalmente’ non saranno necessari adeguamenti. Ma che fine faranno quei 3 milioni in più (circa) che arriveranno appositamente per ridurre la tassazione?
La nostra proposta
Per questa ragione abbiamo già avanzato all’Ateneo alcune proposte di rimodulazione del regolamento tasse, al fine di raggiungere gli obiettivi descritti in precedenza. Tali operazioni diventano ancor più necessarie in una situazione come quella che sta affrontando il nostro paese, con sempre più studenti e studentesse in difficoltà economiche derivanti dalla crisi in corso.
Le proposte presentate si basano su tre principi di riforma:
- L’estensione delle fasce di riduzione fino ad un ISEE di 50.000 €, ovvero fascia 40;
- L’annullamento dei super-rincari delle tasse per gli studenti senza requisiti di merito;
- Estensione della No-Tax area fino a 27.500 €;
In aggiunta, come Collettivo sentiamo l’esigenza di sottolineare che gli stessi rincari del +15% e del 25% andrebbero del tutto aboliti: per ridurre il numero di studenti fuoricorso serve un maggiore investimento in servizi e non delle penalità economiche che rischiano solo di aumentare il tasso di abbandoni. Per questo chiediamo, quantomeno, una abolizione di tutte le maggiorazioni ‘per merito’ al di sotto della soglia reddituale della No-Tax Area.
Il grafico mostra una delle proposte presentate, con un costo stimato pari a circa 3.8 milioni di euro.
Questo secondo grafico, invece, mostra una ulteriore proposta che non prevede l’innalzamento della No-Tax Area, con un costo stimato pari a circa 3.4 milioni di euro.
Ci aspettiamo che il Politecnico di Torino accolga favorevolmente le nostre proposte di rimodulazione del regolamento tasso visto che, de facto, sono realizzabili senza gravare minimamente sull’attuale bilancio di Ateneo. In un momento di crisi come quella attuale, fare cassa sulla pelle degli studenti sarebbe veramente inaccettabile.
Grazie a una simile riforma, invece, rendere il Politecnico ancora più accessibile, anche in periodo di emergenza!
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