
📰 Il Corriere della Sera ha pubblicato ieri un articolo sul tema, con novità interessanti. A questo processo, come in passato, desideriamo darne una lettura critica.
✅ Tra gli aspetti positivi, risulta l’effettivo investimento statale di 85 mln di euro per la costruzione di residenze universitarie pubbliche. Le ipotesi del Politecnico di Torino, ovvero di edificare per 550 posti letto tra corso Francia e corso Marche (dove sorgeranno le nuove aule destinate ai corsi dell’Aerospazio) e di acquisire i 220 posti letto dell’ex foresteria lingotto (in precedenza gestita dall’operatore privato Camplus) ci sembrano altresì condivisibili, al netto di un fondamentale e necessario passaggio per condividere le scelte con lз abitantз del quartiere Parella per lo spazio in via Madonna delle Salette.
❌ Ci sono, purtroppo, anche note dolenti. In primis rispetto ai doveri di comunicazione del comitato promotore: tutti i membri degli Organi di Governo degli Atenei e dell’EDISU hanno infatti appreso dette informazioni a mezzo stampa, quando, internamente, erano state fatte correre ipotesi ben diverse. Altresì, non è tutt’ora chiaro quale sarà la destinazione dei posti letto edificati: saranno effettivamente destinati all’EDISU per darli gratuitamente o a prezzo agevolato, oppure si ricorrerà a forme di partenariato con il privato che le affitterà a caro prezzo?
💸 Altra situazione opaca è la destinazione dei 36 milioni destinati alle “spese operative”. Ad oggi i servizi sportivi universitari di Torino sono ridotti ad uno stato impietoso: l’offerta sportiva degli Atenei è così costosa da risultare impraticabile per la quasi totalità degli studenti (ad esempio un mese di palestra al CUS tramite la convenzione del Politecnico costa ben 38 euro, un prezzo uguale, se non superiore, a quello a cui si può accedere privatamente). Ci chiediamo quindi se con quei 36 milioni verrà effettivamente migliorata l’offerta di attività fisica a basso costo, accessibile a tutti, come gli sport di gruppo e le sale pesi; oppure se, come in passato, si investirà su impianti costosissimi che vengono usati pochi giorni all’anno per le competizioni.
🏠 Infine, ben più criticabili, sono le scelte di costruire residenze nell’ex scuola d’Acquisto e nell’Ospedale Maria Adelaide. Nel primo caso, si tratta di una zona in Barriera di Milano, distante da qualsiasi polo universitario e mal servita dal trasporto pubblico. Un edificio chiuso per gravi problemi strutturali, che, essendo costruito come scuola, non ha alcuna possibilità di diventare una residenza. Si tratta probabilmente di uno “specchietto per le allodole” per giustificare uno sgombero violento dell’edificio, attualmente occupato, sebbene non ci sia alcun vero progetto di riqualificazione dello stesso per fini di interesse pubblico. Analogamente, riteniamo incredibile che con una situazione sanitaria del genere si pensi ancora di trasformare in residenza l’Ospedale Maria Adelaide. Su questo punto, invitiamo alla lettura delle rivendicazioni del Comitato @Riapriamo il Maria Adelaide.