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In 13.000 per 5.500 posti: non c’è niente di cui vantarsi

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📺 Nel Tg1 di ieri sera, il nostro Politecnico di Torino è stato protagonista di un servizio in relazione al nuovo record di pre-immatricolazioni (http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-9b6e0cba-4bef-4aef-8cf0-9f7f665b7dfb-tg1.html, minuto 24). Ci teniamo ad evidenziare un passaggio fondamentale:

🎙 “In 13.000 per 5.500 posti. Boom di richieste per entrare al Politecnico di Torino. Tra gli aspiranti ingegneri, alla prova in questi giorni, ce la farà meno di uno su due. È il numero chiuso che scommette sulla qualità dei candidati.”

🔄 Tale servizio è anche stato ricondiviso dagli account social del nostro Ateneo con il testo che vedete nella foto.

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Il post del Politecnico per condividere il servizio del Tg1

⁉️ Rabbia, sdegno, vergogna.

📈 L’aumento delle richieste di accesso all’istruzione, per qualsiasi Università italiana, è sempre una buona notizia. Ma mette in luce, ancora una volta e con maggiore forza, il fatto che il Politecnico di Torino non sia in grado di svolgere efficacemente il servizio pubblico per cui esiste ed è finanziato, con responsabilità che partono da chi amministra direttamente il nostro Ateneo, per arrivare fino al Ministero dell’Istruzione.

✂️ Ogni studente escluso dall’iniziare un percorso universitario, grazie a questi numeri chiusi che hanno l’unica funzione di coprire il definanziamento dell’istruzione con la foglia di fico della meritocrazia, rappresenta uno schiaffo ai sogni, ai desideri e al futuro della nostra generazione.

👋 Invece di denunciare la crisi della capacità ricettiva, il nostro Ateneo preferisce fregiarsi del merito dell’esclusione, sbeffeggiando tutti coloro che non ce la faranno perché in fin dei conti “#tuttisognanoilpolitecnico 😉”. Il fatto che l’accesso al Politecnico sia un “sogno” sempre più difficile da raggiungere è una sconfitta per la nostra comunità accademica, per il nostro territorio e per tutta la nostra società.

🚨 Ci aspettiamo che il Rettore si scusi pubblicamente per i toni utilizzati nella condivisione del servizio, nella speranza che si riesca a denunciare una situazione che ormai da troppo tempo ha raggiunto livelli insostenibili. Vogliamo che si esprima chiaramente: il numero chiuso è un drammatico problema per il nostro Ateneo (e in quanto tale va sempre raccontato ed affrontato) o è un più che positivo ed auspicabile meccanismo di selezione?

🗣 La nostra generazione non merita un trattamento simile.